Cinghiali, cresce la loro popolazione e i disagi che arrecano. I possibili rimedi: sterilizzazione, abbattimenti, controllo dei rifiuti accumulati. L’opinione del Centro Studi Ricerche della FIDC.

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A wild boar forages for acorns and apples in autumn

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Per arginare il numero crescente dei cinghiali, sempre più spesso protagonisti di episodi legati alla cronaca e a una difficile convivenza urbana. Nella supestrada FI-PI-LI e e in altri tratti stavolta autostradali come la Firenze- Mare, a più riprese, sono accaduti episodi che hanno procurato danni a persone e a mezzi di trasporto, bloccando numerose volte il transito delle sedi stradali.

Pubblichiamo e ospitiamo una nota dell’Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche ed AgroAmbientali, Federaz. Naz. della Caccia.

” Dal quotidiano la Repubblica “La grande questione dei cinghiali” pone l’accento su una questione quanto mai attuale, ovvero quella dell’aumento delle popolazioni di animali selvatici e, nello specifico, del cinghiale.

Laddove questo avviene (come registrato oramai da anni in varie realtà, non solo italiane) in contesti urbani e extraurbani densamente popolati, genera problematiche importanti relative anche alla sicurezza pubblica” così esordisce la nota.

“Come riportato da Repubblica e provato scientificamente,
la sterilizzazione, spesso auspicata come metodo incruento per eccellenza, non ha un utilizzo pratico” continua la nota che aggiunge:

“Punto primo: necessita di effettuare il trattamento su animali catturati.
Dal momento che un esemplare è stato catturato è molto più utile,
in contesti urbani, rimuovere lo stesso dalla popolazione piuttosto che somministrare il trattamento e rilasciarlo. Inoltre un animale sterilizzato continuerà a costituire un pericolo per il rischio di incidenti stradali e per i danni al verde pubblico, alle colture e alle aree con presenza di immondizia, spesso utilizzate come fonte alimentare”.

“Rimane dunque la questione di fondo, irrisolta se non si agisce diminuendo la densità delle
popolazioni sorgente, dalle quali originano gli esemplari che, entrando nelle nostre città e paesi, possono diventare problematici” continua.

“Ed è qui che il ruolo dei cacciatori diventa fondamentale. Solo effettuando prelievi numerici
importanti e regolari (abbattimento in regime di caccia o di controllo) nel tempo è possibile arrivare ad una efficace riduzione della densità di popolazione. Certamente gli abbattimenti non sono l’unica soluzione, ma perché il fenomeno possa essere gestito correttamente è necessario mettere in atto una serie di altre soluzioni”.

Si puntualizza:

“Punto due: necessario il controllo delle discariche e degli accumuli di rifiuti (soprattutto nei centri urbani), la realizzazione di recinzioni e la messa a punto di soluzioni di difesa delle colture, è anche necessario realizzare sovrappassi e sottopassi per la fauna selvatica lungo le vie di alto scorrimento, laddove queste interrompono con il loro corso la continuità ambientale di un’area, operando una frammentazione ecologica che spinge gli individui a cercare punti di attraversamento”.

Conclude infine l’ufficio Studi e Ricerche e AgroAmbientali della Fidc

“La questione è certamente complessa e non banalizzabile, ma risulta evidente anche dagli ultimi studi scientifici sul tema che il mondo venatorio svolge un ruolo essenziale nel contenimento delle problematiche legate alla proliferazione dei cinghiali, senza il quale ci sarebbero conseguenze ancora più gravi”.

a cura della Redazione Arga Toscana

Fonti: Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro – Ambientali – Federaz. Ital. Naz. della Caccia, La Repubblica (P. Genovesi)

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