Con il Covid19 si mangia più pasta e quella toscana fa la parte del leone

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Il Covid-19 non spaventa gli appassionati e gli amanti della pasta (compresa quella Toscana) in tutto il mondo: una persona su quattro ne ha infatti aumentato il consumo durante i mesi di lockdown.

A rilevarlo è lo studio internazionale “Il consumo di pasta durante il lockdown”, commissionato da Unione Italiana Food e Agenzia Ice a Doxa e ufficializzata in occasione del World Pasta Day, manifestazione curata di recente da Unione Italiana Food e Ipo-International Pasta Organisation e giunta alla 22/a edizione.

La ricerca è stata condotta su un campione di oltre 5mila persone in Italia, Germania, Francia, Gran Bretagna e Usa. Dal report di studio emerge che nel 2019 sono state prodotte nel mondo quasi 16 milioni di tonnellate di pasta, più del doppio rispetto ai 7 milioni di 20 anni fa.

Si conferma solida la tradizione della pasta in Italia: è mangiata da tutti (98%) con 23,1 chilogrammi procapite annui. In particolare circa 6 italiani su 10, in tutte le fasce di età e con un picco al centro-sud, la portano in tavola tutti i giorni.

Anche a livello internazionale è consumata da tutti (o quasi) i francesi, tedeschi e inglesi e americani (9 statunitensi su 10). La media consumo procapite è più bassa rispetto all’Italia: 9kg all’anno negli Usa, 8 in Francia e Germania, 3,5 nel Regno Unito. Sulla scelta dei formati in Italia vince la pasta corta e rigata, mentre inglesi e americani preferiscono quella lunga. I tedeschi scelgono quella fresca (ripiena e non).

I francesi la pasta corta e liscia. E molte aziende toscane, di cui non forniamo il nome, con il rischio di fare qualche selezione inappropriata, hanno sorriso con il loro crescenti fatturati.
Insomma più consumi, lockdown non spaventa i fan, e la pasta va.

a cura redazione Arga Toscana

Fonti: Ansa

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