Si alza sempre più la quota rosa in agricoltura, adesso le donne superano gli uomini nelle conduzioni delle imprese

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Agricoltura sempre più con la presenza femminile

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Prosegue l’ondata rosa nel mondo dell’agricoltura italiana, con una presenza femminile nelle campagne e nelle imprese agricole, che viene sempre più confermata dai dati e che, soprattutto, porta con sé idee e concetti nuovi rispetto al solco della tradizione per il settore primario.

Un fenomeno che si concentra soprattutto nel centro e quindi anche in Toscana e nel sud, dove la presenza femminile raggiunge quasi il 70%, nelle imprese.

Secondo un’elaborazione di Coldiretti su dati Unioncamere, nel nostro paese più di un’azienda su quattro è guidata da donne.

Grazie alla loro presenza nelle attività d’impresa, le quote rosa stanno dimostrando capacità eccelse dal punto di vista strategico nel coniugare sfide competitive e rispetto dell’ambiente, tutela della qualità della vita e attenzione al sociale, contatto con la natura e valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità.

Le donne sono quindi sempre più protagoniste, e hanno ripreso in mano la campagna (magari ereditandola dai genitori o dal marito), altre hanno deciso di cambiare mestiere e di dedicarsi alla terra. L’approccio a questa scelta professionale, indipendentemente dall’età, non avviene quindi più per destino, ma per convinzione.

Le donne che lavorano in campagna dichiarano di percepire una soddisfazione rilevante da tale occupazione e si fanno anche promotrici di iniziative riguardanti l’educazione alimentare nelle scuole.

Realizzano progetti rivolti alle nuove generazioni per sensibilizzarle alle buone abitudini dell’alimentazione, della stagionalità dei prodotti nonché del rispetto per l’ambiente. In questo modo, è possibile diffondere anche alle famiglie una cultura che renda le persone più consapevoli e responsabili circa gli stili di vita sani.

Ad esempio, con l’arrivo del maltempo e con il conseguente abbassamento delle temperature, bisogna prevenire e combattere i mali di stagione.

L’arancia altro esempio secondo gli studi più recenti è il più titolato, il nostro fabbisogno giornaliero di vitamina C è di circa 80 mg, pari a circa 200 g di arance, quindi un paio di frutti medi al giorno.

Le principali novità introdotte dalla presenza femminile in azienda attengono alla questione ambientale e quella dei residui zero, in linea con la domanda di prodotti a maggiore qualità.

L’obiettivo è offrire una merce completamente clean: per residuo zero si intende, infatti, la garanzia, sull’alimento oggetto di certificazione, nel quale non devono esserci tracce di fitofarmaci di sintesi oltre il limite di rilevabilità analitica. Tale connotato non è ancora disciplinato da normative nazionali o europee, ma il riferimento è a standard privati, che generalmente determinano come soglia 0,01 ppm, ossia il limite di rilevabilità.

La principale sfida che attende l’impresa nei prossimi mesi è quella del coronavirus, da una parte, e d’altro canto pure quella di riuscire ad abbattere i costi di manodopera, triplicati a causa della turnazione e dei distanziamenti richiesti per evitare il contagio e che determinano maggiori spese.

L’andamento della domanda e dei prezzi è di poco superiore rispetto all’anno passato. E’ stata notata una preferenza del pubblico per i prodotti a polpa rossa e, timidamente, anche una richiesta crescente per i frutti esotici

a cura redazione Arga Toscana

Fonti: www.fruttaunica.it, FreshPlaza.it, Unioncamere, Coldiretti.

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