A Camaiore nasce la colazione del contadino, i fichi di Alvaro Pardini per tutti e i viandanti della via Francigena

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Alvaro Pardini è di Capezzano Pianore, invita a una nuova esperienza i cultori della buona tavola di un tempo e anche per i viaggiatori della via Francigena, da vivere direttamente sul “campo”: assistere alla raccolta e poi gustare i prodotti, in azienda. Dice: “Bisognerebbe considerare il territorio un bene sociale, perché il territorio è di tutti e bisognerebbe poterlo rivivere e riconquistare, curandolo”
Sono questi luoghi dove le distanze sembrano azzerarsi. Tutto diventa accessibile, vicino, a portata di mano.

Lui è un ex commercialista, oggi contadino a tempo pieno. Alvaro Pardini è un piccolo produttore di Capezzano Pianore, una frazione di Camaiore, naturale passaggio tra il mare e le Apuane. Nel mezzo, in quella piana che conduce al borgo, si alternano case e poderi dove si coltivano frutta e verdura.

Pardini è da sempre un convinto sostenitore che i piccoli produttori come lui possano essere un punto di forza per Camaiore e la Versilia. Da qui la nascita dell’Agenda della qualità del cibo e poi ancora il distretto locale per mettere insieme una rete di agricoltori, ristoratori, balneari, albergatori: offerta e domanda che si incontrano. L’obiettivo? Portare sulle tavole dei viaggiatori il cibo locale.

La colazione del contadino di Camaiore
Pardini ci crede: già nel post pandemia aveva lanciato con la sua azienda un percorso di degustazione legato al fico della Via Francigena. Oggi punta ancora una volta a portare gli ospiti in azienda con “la colazione del contadino”.

Quest’anno vorrei far assistere cittadini o viaggiatori alla raccolta della produzione sui miei campi. Vedere come si raccoglie il prodotto, come si lavora e trasporta. E poi dare delle piccole idee su come consumarlo. Così ho pensato alla colazione del contadino, da far degustare ai nostri ospiti”.

Un’idea che nasce ripensando alle vecchie usanze quando i contadini, durante la trebbiatura del grano e nelle brevi soste dal lavoro, facevano nutrienti colazioni partendo dalle materie prime più semplici ma assolutamente gustose. “Il piatto della colazione altro non era che pane fatto in casa, pomodori e cipolla, il tutto condito con l’aceto buono, quello con la madre”.


E oggi? Pardini per gli ospiti che verranno ha già la sua ricetta per la colazione del contadino di Camaiore.Un’insalata con pomodori appena raccolti. Il tutto accompagnato, in versione dolce-salata da una schiacciata locale accompagnata dal fico e lardo di Camaiore. E per finire un sorbetto, sempre a base dei fichi che produco”.

“A dire il vero – continua poi – non è meglio un bel piatto di pane, olio, un pizzico di sale e una strusciata di pomodoro rispetto ad una brioches? Una colazione perfetta per tutti”.


Il patto tra contadini, ristoratori, balneari e operatori del turismo
Ed è discutendo di cibo, di turismo e di agricoltura che non si può fare a meno di un “patto” tra produttori, ristoratori, operatori del settore turistico. Perchè quando si parla del racconto di una terra, del viaggiare autentico, non si può fare a meno del fattore enogastronomico. L’esperienza di viaggio passa anche dalla cultura gastronomica locale. Un concetto di cui lo stesso Pardini è voce, anima e cuore.

ll patto deve essere con tutta la filiera del cibo, da chi lo produce a chi lo trasforma, fino a chi lo trasporta. Sarebbe interessante – attraverso internet- mettere direttamente online la produzione giornaliera degli agricoltori del distretto e da lì attivare gli ordini da parte di ristoranti, stabilimenti balneari oppure hotel”.


La cura della terra, un concetto caro al contadino Pardini. “A Camaiore noi abbiamo un’agricoltura sostenibile”, mi dice orgoglioso. Poi va avanti. “Sa cosa vuol dire? Significa soprattutto responsabilità del produttore. Ogni giorno noi piccoli agricoltori ci mettiamo la faccia: chi viene a comprare direttamente in azienda vede la mia faccia, chi acquista al mercato ortofrutticolo legge il mio nome e cognome sulle cassette di frutta e verdura. Anche questa è una garanzia per il prodotto che semino, accudisco, raccolgo, confeziono, distribuisco, vendo. Sono sempre io, in tutta la filiera”.

Si tratta di reputazione. Si tratta di credere in ciò che si fa e di dimostrarlo.

a cura redazione ArgaToscana

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