Cibus ha chiuso i battenti con numeri da record

News

di Anna Cavallo, Arga Emilia Romagna

La più grande fiera dell’agroalimentare italiano ha chiuso con numeri da record (39 mila visitatori di cui 2 mila dall’estero come le aziende espositrici). Successo per la giornata dei giornalisti specializzati il primo settembre, guidati dai Presidenti di ENAJ e UNAGA Lisa Bellocchi e Roberto Zalambani.

Due i Ministri in visita: Stefano Patuanelli e Giancarlo Giorgetti. Soddisfazione del Ceo e del Presidente di Fiere di Parma Antonio Cellie e Gino Gandolfi.

Presente anche l’europarlamentare Paolo De Castro, coordinatore S&D alla commissione Agricoltura, che ha preso la parola dichiarando: “Il New Green Deal e la strategia Farm to Fork lanciata dalla Commissione Ue devono puntare al rafforzamento delle politiche di qualità. E questo è un obiettivo confermato dalla riforma della Politica agricola comune che entrerà in vigore da gennaio 2023. La Commissione presenterà entro l’anno due Regolamenti, sulla promozione e sulle IG. Ci auguriamo che questi facciano leva sulle filiere certificate italiane che sono alla base delle nostre eccellenze agroalimentari”.

Importanti i dati di Federalimentare sulle Ig (Indicazioni geografiche Italiane): le esportazioni stanno aumentando e rappresentano circa il 25% di tutto l’export alimentare, per un valore annuo di 10 miliardi di euro, sui 40 miliardi del settore. Mauro Rosati, di Origin Italia, ha ricordato che l’Italia ha 876 IG, 315 nel settore cibo e 526 in quello del vino. In questo settore operano 180mila imprese e 285 Consorzi di Tutela. A livello europeo, un quinto dell’export scaturisce dalle IG europee.

Dati incoraggianti, che però devono mettere in conto le risorse necessarie per la transazione digitale e l’ecosostenibilità. Due sfide che le aziende presenti in fiera e alle quali ha fatto visita la delegazione
di giornalisti aderenti ad ARGA (Associazione regionale giornalisti dell’Alimentazione Agricoltura Ambiente) incontrando la dirigenza di Oranfrizer e i comunicatori del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano. Oranfrizer nasce in Sicilia, nella piana di Catania ed è parte integrante del gruppo internazionale Unifrutti, fondato dalla famiglia padovana dei De Nadai, produce succhi di agrumi a filiera corta, soprattutto di arancia, che l’anno scorso è stato il frutto più acquistato in Italia sfiorando le 480mila tonellate (dati Cso Italy). Nel pacchetto dei prodotti anche limoni, melograno, mandarino, peperoni e pomodori, mentre per i frutti esotici si sta rivelando strategica la coltivazione del mango, adatto al clima del Sud Italia. Con 60 milioni di fatturato l’anno, Oranfrizer è molto forte nelle esportazioni, soprattutto in Giappone e Nord Europa, come ha dichiarato il Ceo Sebastiano Alba di Unifrutti Europe. Per affrontare l’ostilità climatica – ha spiegato Egle Zapparrata, Social Web e Marketing Communication – si sfruttano le innovazioni tecnologiche dell’agricoltura di precisione (precision Farming), l’utilizzo di droni, un sistema di irrigazione altamente mirato che consente di non disperdere inutilmente le poche risorse idriche disponibili in tempo di siccità e il controllo dell’irrigazione a distanza tramite App. Il presidente UNAGA Roberto Zalambani, presentando il gruppo dei giornalisti, ha sottolineato l’approccio aziendale a una corretta informazione. Per maggiori info: Oranfrizer Sicilian Experience, Scordia (Ct) e sul sito https://www.oranfrizer.it/

Per Parmigiano Reggiano, invece, la visita allo stand ha permesso di conoscere più da vicino il progetto Parmelier, percorsi di degustazione del prodotto destinato a chef, consumatori e operatori del settore, in otto città italiane, per imparare a cogliere tutte le diverse sfaccettature del parmigiano che cambia gusto a seconda della sua stagionalità. Di qui la selezione del vino da abbinare. “Una stagionatura breve, di 12 mesi, ha spiegato Fabrizio Raimondi, conferisce al formaggio colore chiaro e sapore delicato e l’abbinamento giusto è senz’altro con un prosecco. A 24 mesi aumentano ruvidità e sapidità per poter apprezzare l’accostamento ad un rosso, mentre per le stagionature che raggiungono i 40 mesi si può pensare anche ad un vino Porto o a un Vermuth. Il progetto si articola in tre diverse esperienze di assaggio. Al termine della visita è stata fornita anche una breve spiegazione sul quinto elemento del gusto, che il Parmigiano riesce ad attivare in modo naturale e che per questo lo colloca nei prodotti di eccellenza a livello mondiale. Oltre al gusto dolce, salato, acido e amaro c’è il gusto “anami”, contenuto nei brodi e negli arrosti, nel tonno e nella salsa di soia, grazie all’aggiunta di glutammato di sodio e che il parmigiano produce invece in modo naturale. Info: apr@parmigianoreggiano.it

Fonte Unaganews.org

Seguici anche sui social: FacebooktwitterlinkedintumblrmailFacebooktwitterlinkedintumblrmailby feather Grazie!

Lascia un commento

*