Eni e la Transizione Energetica, il progetto Federica per una diversa cultura che punta alla sicurezza alimentare

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Eni e la Transizione Energetica
Nutrizione, salute e ambiente: gli obiettivi Onu nell’Agenda 2030

Cibo e sicurezza alimentare tra le sfide più urgenti per la società. Accesso per tutti all’energia e promozione dell’agricoltura sostenibile

Cultura alimentare e sostenibilità
Nei target dell’Agenda 2030: migliorare la nutrizione, lottare contro gli sprechi


Aumentare considerevolmente, entro il prossimo decennio, la quota di energie rinnovabili nel consumo totale di energia è uno degli elementi chiave dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Il programma d’azione “per le persone, il Pianeta e la prosperità”, sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’Onu, ingloba in tutto 17 “Obiettivi”.

I grandi cambiamenti in corso, che esigono una rivoluzione energetica accessibile a tutti, si intrecciano – ricorda il Centro di Informazioni delle Nazioni Unite – alla richiesta di “riconsiderare come coltiviamo, condividiamo e consumiamo il cibo”.

Energia e disponibilità di sostentamento

È ancora l’organismo internazionale a ricordare, infatti, che 1,4 miliardi di persone non hanno accesso all’elettricità e che la maggior parte di queste vive in aree rurali delle regioni in via di sviluppo. La scarsità energetica rappresenta uno dei principali ostacoli alla disponibilità alimentare e alla possibilità di assicurare che il mondo produca cibo sufficiente a soddisfare la domanda futura. Non è un caso che i primi obiettivi dell’Agenda siano centrati proprio sull’offerta di cibo per tutti, sul raggiungimento della sicurezza alimentare, sulla protezione dell’ambiente e della biodiversità.

Ridurre gli sprechi alimentari e contribuire alla sostenibilità

Anche la lotta agli sprechi alimentari contribuisce alla sostenibilità. Ridurre le perdite e gli sprechi di cibo, infatti, dice la Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, “aiuta a migliorare la qualità degli alimenti e diminuisce le emissioni di gas serra”. Il cibo che non viene consumato ha un impatto sociale inaccettabile e spreca risorse come terra, acqua, energia, suolo, semi e altre materie utilizzate per la sua produzione. L’alimentazione e il cibo non sono solo un semplice bene, “ma un diritto che ha un effetto su ogni aspetto della nostra salute e del benessere”. La pandemia da Covid19 ha esasperato questo tema. E promuovere una ripresa sostenibile, inclusiva e resiliente in ogni prospettiva, significa non lasciare nessuno indietro.


Lotta contro disagio sociale e alimentare

Proprio salute e alimentazione sono al centro di “Non siete soli”, il progetto di Eni Foundation che già aveva interessato nei mesi passati gli ultraottantenni. Si focalizza stavolta sulle difficoltà di bambini, adolescenti e delle loro famiglie per cercare di contrastare il disagio sociale e alimentare dovuti all’emergenza sanitaria, che ha reso ancora più critiche le condizioni di chi già era in uno stato di vulnerabilità. Il progetto si avvale della collaborazione della Società italiana di Pediatria (Sip), del Corpo italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta (Cisom), della Fondazione Banco Alimentare e della Caritas Ambrosiana. Nell’azione sono coinvolte le tre maggiori città italiane, Milano, Roma e Napoli, alle quali si aggiungono Ravenna, Gela, Taranto e Porto Torres. L’iniziativa si articola in diverse attività: distribuzione di pacchi alimentari e servizio di prossimità, distribuzione di materiale educativo e informativo su malnutrizione, disturbi alimentari e corretto comportamento nel gestire le difficoltà relative a queste condizioni patologiche. E poi formazione dei volontari e operatori assistenziali, che entrano in contatto con bambini e adolescenti, in merito alla tematica dei disturbi alimentari. L’iniziativa vede tra i beneficiari anche gli ambulatori pediatrici, le scuole, le mense, gli operatori di strutture, le associazioni ed enti che ricevono e gestiscono richieste di aiuto sul territorio.

“Per Federica”: una rete per l’allergia alimentare

La tutela e la promozione della salute, in linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, si concretizzano anche in un altro progetto della compagnia energetica, la cui storia aziendale è indirizzata alla prevenzione delle malattie croniche, con attività di screening e promozione di corretti stili di vita.

Nel nostro Paese ogni anno circa 40 persone perdono la vita per un’allergia alimentare. Per andare incontro a un attacco che può rivelarsi fatale potrebbe bastare anche solo un’arachide o una minima quantità di latte, ad esempio. È stata proprio una crisi anafilattica grave a portare via precocemente Federica. Quanto accaduto alla giovane, figlia di un dipendente Eni, ha toccato da vicino chi lavora in azienda. Per onorarne la memoria, Eni e Siaaic, la Società italiana di Allergologia, Asma e Immunologia clinica, hanno ideato un progetto che porta il suo nome, “Per Federica”. Lo scopo è di informare e formare, in merito alle allergie, ristoratori, barman e operatori di esercizi pubblici in cui si somministrano alimenti e bevande.

“Qui Mangi Sicuro”

L’obiettivo di “Per Federica” è fornire pasti più sicuri nei ristoranti a chi soffre di allergie o intolleranze alimentari, in tutto parliamo di 5 milioni di persone. Da gennaio 2022 questi locali potranno ricevere il bollino arancione “Qui Mangi Sicuro”, certificazione rilasciata dalla Siaaic al termine di un corso di formazione online gratuito curato dalla società di medicina specialistica, dedicato ai professionisti della ristorazione. In quattro ore si insegna come preparare i cibi in maniera sicura per gli allergici, come riconoscere i segni di una reazione allergica e come intervenire in caso di shock anafilattico. Al termine del corso i partecipanti sosterranno un test e, se lo supereranno, otterranno la certificazione. I gestori delle attività di ristorazione saranno formati anche in materia di intolleranze alimentari.

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