Inceneritore a Empoli, polemiche tra esperti, Ercolini contro Mancuso

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È del 26 aprile scorso la presentazione in Consiglio comunale del Distretto dell’economia circolare di Empoli per la gestione dei rifiuti non recuperabili che, invece di finire in un inceneritore e generare CO2, sarebbero trasformati con un’innovativa tecnologia di conversione chimica in gas circolare.

La proposta tecnologica era stata illustrata dalla sindaca Brenda Barnini e da Alia la municipalizzata del settore. Il nuovo distretto e inceneritore troverà luogo, secondo i progetti, nella zona industriale del Terrafino di Empoli dove già esistono due centri per recupero e riciclo di carta e vetro. A differenza di un inceneritore classico, l’impianto, a detta dei responsabili “porterebbe a estrarre energia sotto forma di metanolo, etanolo e idrogeno, da quei rifiuti non recuperabili”.
Questa tecnologia consentirebbe in sostanza, secondo i progettisti, di ridurre la quantità di CO2 emessa in atmosfera e di produrre combustibili di seconda generazione a “carbonio riciclato”, quindi a bassa impronta carbonica come previsto dalla Direttiva europea sulle energie rinnovabili.

Ma un’ombra sull’operazione giunge da Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Europe e Zero Waste Italy, che dalla sua pagina Facebook echeggia: “Apprendiamo che Stefano Mancuso, consigliere scientifico del sindaco di Firenze Dario Nardella, ha avuto l’incarico di progettare una sorta di “bosco” per nascondere l’impianto di trattamento termico che Alia (Ato centro Toscana) vuole realizzare ad Empoli”.

Secondo il Nobel alternativo per l’Ambiente si tratterebbe in pratica di “un inceneritore sotto mentite spoglie che costerebbe 400 milioni, come quello proposto da Eni a Stagno (Li) e dovrebbe trattare 256.000 tonnellate di combustibile solido secondario da rifiuti per produrre metanolo” producendo a livello ambientale tutti gli effetti indesiderati relativi ai trattamenti termici dei rifiuti. “Singolare che Stefano Mancuso si sia reso disponibile a questa operazione in forte odore di conflitto di interessi, ovviamente attendiamo risposte dall’interessato prima di trarre tutte le conclusioni”.

Fonte e foto da Toscana Chianti ambiente




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